‘Lo sviluppo del mezzogiorno: scenari e prospettive future’ il convegno organizzato dalla Confapi e da Fortune Italia. La prestigiosa rivista di economia, guidata da Leonardo Donato e Dea Callipo e che di recente ha una nuova direttrice Annalisa Chirico, ogni mese, celebra l’ingegno e la perseveranza raccontando la storia di imprenditori e imprese con l’obiettivo di porle a modello. Da novembre ha deciso di dare spazio alle imprese calabresi che Confapi Calabria racconta diffondendo la storia delle eccellenze che fanno grande la nostra regione. A partire dalle ore 17,00, nel corso delle tre tavole rotonde, esperti si confronteranno sui temi ritenuti centrali per ridefinire un nuovo percorso per la crescita economica e produttiva del Sud Italia: Zes unica, Legalità, Energia da fonti rinnovabili e forestazione produttiva. “Non c’è sviluppo senza legalità, non c’è sviluppo senza investimenti”, è questo il monito del leader della Confapi Calabria e Vicepresidente della Confederazione della piccola e media industria privata che non ha dubbi sul fatto che non si possa più indugiare rispetto a quelle riforme strutturali necessarie per una reindustrializzazione della nostra regione. Occorre visione e lungimiranza, la stessa che accompagna i medi e piccoli imprenditori che nonostante la pandemia e la crisi energetica degli ultimi anni sono riusciti a resistere e ad adattarsi alle nuove regole del mercato. La strategia per il rilancio dell’economia meridionale per Napoli non può prescindere da una chiara lotta alla criminalità organizzata, a quella che è stata definita dalla DIA “la nuova mafia imprenditrice” che destabilizza il mercato a danno delle realtà imprenditoriali virtuose. La ‘ndrangheta non può però diventare un alibi o una giustificazione per il mancato sviluppo, al contrario, alla luce degli importanti risultati ottenuti dalla magistratura negli ultimi anni è possibile guardare al futuro con rinnovata fiducia e mettere in campo nuove strategie di crescita. Tra queste la Zes può rappresentare un valido strumento se opportunamente conosciuto e con una corretta pianificazione così come rendere il patrimonio boschivo e forestale una risorsa per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In Calabria gli ettari di bosco sono seicentomila. Una ricchezza straordinaria che merita di essere adeguatamente valorizzata. Un patrimonio naturale, sociale ed economico che richiede un’attenta strategia di gestione, attiva e sostenibile, nell’interesse della collettività.  La strada da seguire è soltanto una: aumentare il prelievo legnoso in modo sostenibile, facendo sì che le foreste continuino a rinnovarsi e a vivere. In un’ottica di economia circolare il recupero della biomassa legnosa come fonte di energia potrebbe consentire una valorizzazione della “risorsa bosco” con importanti ricadute economiche e occupazionali. “Si potrebbero attivare centinaia di posti di lavoro nel settore – spiega Francesco Napoli –  con figure professionali specializzate, ben retribuite, esperti di boschi e gestione forestale, capaci di selezionare i tronchi da tagliare, quelli da utilizzare per successive lavorazioni e quelli da destinare al recupero energetico”. La biomassa legnosa è inoltre una risorsa ecosostenibile e ha un impatto immediato e positivo sulla riforestazione oltre a garantire continuità nell’erogazione di energia pulita anche e soprattutto nel rispetto del piano europeo per contrastare il cambiamento climatico, il cosiddetto Green Deal il cui obiettivo  è il raggiungimento della neutralità carbonica sul territorio europeo entro il 2050.